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Nei giorni scorsi sono stati fatti diversi annunci pubblici sugli investimenti russi a Cuba. “Ci stanno riservando un trattamento preferenziale, la strada è chiara”, ha dichiarato Boris Titov, capo della delegazione russa, in chiusura del Business Economic Forum Cuba-Russia. Le condizioni offerte ai capitalisti russi sono per loro molto favorevoli: concessioni terriere di 30 anni – più lunghe di quelle che sono state in vigore fino ad ora – esenzioni fiscali sulle importazioni di macchinari e la possibilità di rimpatriare i profitti.

Il governo di Andrés Manuel López Obrador (AMLO) sta giungendo al suo ultimo anno. Il suo mandato è stato pieno di difficoltà di ogni tipo: la pandemia di COVID-19, la crisi economica causata da essa, violenza incontrollata, squadrismo della destra, etc. Tuttavia, i sondaggi indicano che il suo tasso di approvazione supera il 65%. AMLO gode di un sostegno di massa tra i settori più poveri. Contro ogni previsione, l’appoggio alla sua personalità permetterà al partito che ha formato, Morena, di vincere le elezioni del prossimo anno, a meno che qualcosa non sparigli le carte.

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Turchia non ha decretato alcun vincitore. L’attuale presidente Erdogan (49,3% dei voti) sarà costretto per la prima volta al secondo turno; il suo rivale sarà Kemal Kılıçdaroğlu, del Chp, Partito popolare repubblicano.

Lo Stato di Israele compie il suo 75esimo anniversario in un contesto di crisi senza precedenti. Il 14 maggio del 1948, venne proclamata la nascita dello Stato di Israele dopo una lunga campagna di terrore condotta contro i palestinesi dall’esercito sionista, che uccise migliaia di persone e ne espulse 750mila dai propri villaggi e dalle proprie case. Questo giorno rappresenta la Nakba (catastrofe) per i palestinesi. Da allora, al fine di consolidare il proprio potere, Israele ha portato avanti numerose guerre e la repressione ininterrotta della resistenza palestinese.

La Tendenza Marxista Internazionale ha avvertito fin dal primo giorno che il governo di Gabriel Boric avrebbe strizzato l’occhio alla destra. Fin dal ballottaggio durante le elezioni presidenziali del 2021, abbiamo denunciato l’utilizzo demagogico dei temi dell’immigrazione e della sicurezza pubblica nel corso della campagna elettorale. Con un tale programma di repressione, Boric cerca di conquistare l’appoggio dei settori moderati o apolitici della società e strapparli alla destra. In realtà, semplicemente porta acqua al mulino della destra estremista. Il mese scorso, il Presidente Boric si è fatto promotore di una politica intrisa di tradimenti e voltafaccia, sostenendo la

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In Sudan, uno scontro apertosi all’interno della controrivoluzione ha fatto sprofondare il paese in una spirale di violenza, che ha già portato alla morte di circa cento persone e al ferimento di altre centinaia. Questo conflitto, da lungo tempo atteso, per stabilire quale cricca di banditi assassini abbia il diritto di saccheggiare il Sudan è la tragica conseguenza del fallimento della presa del potere da parte delle masse dopo la rivoluzione del 2018-2019.

Da quando è entrato in scena il Gazte Koordinadora Sozialista (Coordinamento giovanile socialista – GKS) [qui per saperne di più], la direzione ufficiale della sinistra nazionalista (EH Bildu) nel Paese Basco l’ha visto come un fastidio, mentre in forma ufficiale continuava a ignorarlo. L’anno scorso, Arkaitz Rodríguez, segretario generale di Sortu (il principale partito della coalizione EH Bildu) aveva definito il gruppo “reazionario”. Ma subito dopo però ha affermato che

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I funzionari degli Stati Uniti sono ancora scossi dopo una grave fuga di notizie di oltre 100 pagine di informazioni altamente sensibili, caricate su Internet da persone non identificate [ora si presume si tratti di Jack Teixeira, 21 anni, membro della Guardia aerea nazionale] e condivise per la prima volta da utenti della piattaforma Discord. I documenti, ad ampio raggio, svelano la portata del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina, le gravi difficoltà incontrate dalla parte ucraina, il ruolo dei servizi segreti israeliani nel fomentare le proteste di massa contro il regime di Netanyahu e molto altro ancora.

Il 53esimo Congresso della CGT, che si è tenuto a fine marzo, ha segnato un punto di svolta nella storia di questa confederazione sindacale. I 942 delegati si sono polarizzati in una destra e in una sinistra che si sono scontrate per quattro giorni. Soprattutto, la sinistra si è mostrata più forte e più combattiva che mai, anche se la destra è riuscita a mantenere il controllo della direzione e a piazzare un proprio esponente, Sophie Binet, come segretario generale.

Martedì (28 marzo) si è svolta un’altra giornata di lotta contro il putrido regime di Macron, che la scorsa settimana ha imposto un innalzamento dell’età pensionabile in Francia. La lotta resta in forze, come dimostrano i milioni di persone scese in piazza. Tuttavia i vecchi metodi screditati dei dirigenti sindacali non basteranno a permettere ai lavoratori e ai giovani di trionfare nelle loro battaglie contro Macron. I nostri compagni di Révolution hanno fatto il bilancio dell’ultima mobilitazione indicando la via da percorrere (articolo pubblicato originariamente

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Lunedì, in Germania non girava una ruota, mentre il paese veniva scosso dal più grande sciopero degli ultimi 20 anni. Questo “mega-sciopero”, organizzato da due dei più grandi sindacati del paese, ha costretto il sistema dei trasporti tedeschi a una paralisi completa. L’attuale ondata di scioperi in Germania sta montando ormai da molti mesi e i lavoratori, di conseguenza, stanno ottenendo importanti concessioni. Lo sciopero di lunedì rappresenta un punto di svolta, che potrebbe aprire la strada a un’intensificazione della lotta di classe nello stesso paese che, per molti anni, è stato un pilastro della stabilità del capitalismo europeo.

La manifestazione di giovedì 23 marzo in Francia ha portato la lotta contro Macron a un livello superiore. Nei due mesi scorsi, il movimento (provocato da un nuovo attacco alle pensioni) è andato crescendo. Gli esponenti del governo speravano che tutto sarebbe rientrato nella normalità entro il fine settimana, contando sul fatto che il movimento sarebbe scemato dopo la manifestazione di giovedì. Si sbagliavano. Ieri, 3,5 milioni di lavoratori e di giovani hanno riempito le strade della maggior parte delle città francesi, mentre gli scioperi e le proteste prendevano un tono decisamente più combattivo.