La lettera nascosta di Trotskij: una introduzione di Alan Woods

È un fatto notorio che il caso può giocare un ruolo notevole sia nella storia che nelle vite individuali. Nel corso della mia vita ho osservato molti fatti casuali e coincidenze straordinarie. Ma non ho mai vissuto una concatenazione di circostanze accidentali tanto unica e imprevedibile come quella che mi appresto a raccontare di seguito.

Lezioni della Spagna |

Tutto ruota intorno allo straordinario destino di una singola lettera, scritta da Lev Trotskij nel 1938 e indirizzata alla Workers’ International League in Gran Bretagna, ossia il diretto predecessore dell’attuale Tendenza Marxista Internazionale. Questa lettera non ha visto la luce per ottant’anni. Tutti pensavamo che fosse andata perduta, e per certi aspetti questa supposizione era corretta.

Ora, tuttavia, per uno straordinario susseguirsi di eventi, la lettera scomparsa è tornata ai suoi legittimi destinatari. La storia di questi eventi è raccontata qui. Somiglia a un episodio particolarmente improbabile di una delle serie investigative che appaiono frequentemente sui nostri schermi televisivi. E come tutte le migliori storie investigative, anche questa termina con un indice accusatore puntato contro coloro che si sono macchiati di un crimine: il crimine di aver tentato di falsificare la storia.

Come tutto è cominciato

Questa storia comincia lunedì 21 maggio 2018. La compagna Ana Muñoz ha il compito di seguire quotidianamente la corrispondenza indirizzata al nostro sito In Defence of Marxism. Normalmente, è un lavoro più o meno di routine. Ogni tanto, riceviamo qualche messaggio interessante da paesi in cui non abbiamo molti contatti. Più spesso, tuttavia, le lettere che riceviamo non ci conducono molto lontano. Alcune, in effetti, sono semplicemente bufale.

Perciò, quando ricevette una lettera da una persona che chiedeva se fossimo interessati ad alcune lettere di Trotskij saltate fuori da uno scatolone nel solaio di sua madre, da poco deceduta, Ana era incuriosita e scettica in egual misura. Il testo della lettera era il seguente:

“Ho trovato alcune lettere di Lev Trotskij in un solaio. Vi interessano o posso buttarle via?”

Il messaggio era estremamente succinto, suonava perfino strano. Era firmato “MT”. Ma non c’era alcuna indicazione del luogo di provenienza, né si capiva se il mittente fosse un uomo o una donna. Chi era questa persona misteriosa? E di che lettere si trattava? Esistevano poi queste lettere? Ogni tipo di dubbio le passò per la mente, ma decise di rispondere che naturalmente eravamo interessati ai documenti. Scrisse:

“Cara MT,

Molte grazie per la sua offerta di alcune lettere di Lev Trotskij. Sicuramente ci interessano, se lei non le vuole. In effetti un nostro rappresentante sarà a New York nel prossimo periodo. Sarebbe possibile farla contattare da lui ed eventualmente prendere accordi? Ce lo faccia gentilmente sapere.

Cordialmente,

Ana Muñoz per conto di Idom”

Ana aveva fatto delle ricerche, e aveva scoperto che il messaggio proveniva da un indirizzo IP di New York. La persona che lo aveva inviato era una donna, che prima scrisse che accettava la proposta, quindi mandò un altro messaggio criptico:

“Sto lasciando New York. C’è un indirizzo a cui posso spedire le lettere?

MT”

Ana rispose suggerendo che la donna si mettesse in contatto con i compagni della nostra sezione statunitense, che hanno una sede a New York. Alla fine il contatto venne stabilito. Ana scrisse ancora:

“Cara MT,

Le scrivo per confermarle che ho girato la sua email ai nostri rappresentanti a New York. Dovrebbero averle già scritto. Vorrei anche ringraziarla per la sua gentilezza nel donarci queste lettere.

Cordialmente

  1. Muñoz”

Per conto dell’Internazionale, il compagno Antonio Balmer contattò la nostra corrispondente e si mise d’accordo con lei per la spedizione delle lettere.

Arrivano le lettere

A quel punto, aspettammo. Trascorse una settimana, poi un’altra, poi un’altra ancora. Crebbe il sospetto che non avremmo mai visto queste lettere. Pressati dal nostro lavoro, ce n’eravamo quasi dimenticati. Finché un bel giorno ricevemmo la telefonata di un compagno emozionato da New York: le lettere erano arrivate!

Naturalmente fummo molto felici della notizia, ma perfino allora non avevamo ancora realizzato quando questo evento sarebbe stato importante. Non avevamo idea di che cosa contenessero le lettere, e presumevamo che fossero di secondaria importanza – probabilmente si trattava di note di carattere organizzativo o amministrativo. Non avremmo potuto essere più lontani dal vero.

Prima di ricevere gli originali, ci furono mandate via mail delle copie. Io soffrivo di un grave attacco di congiuntivite, perciò mi era difficile leggere. Chiesi ad Ana di leggere le lettere per me. Rispose che erano tre, due più lunghe e una più breve. Le chiesi di leggermi per prima la più breve.

Cominciò a leggere, e immediatamente fui sbalordito da ciò che stavo ascoltando. Incredulo, dissi: “Puoi leggermelo di nuovo?” Lo fece, e il mio stupore non fece che aumentare. Esclamai “Buon Dio! Questo è incredibile! Non sai che cosa stai tenendo in mano!”

Esaminai la lettera, e vidi che era davvero autentica. La firma di Trotskij era chiara ed evidente. Era la lettera che tutti pensavamo fosse andata perduta da ottant’anni!

Non osando ancora fidarmi del mio solo giudizio, telefonai a Rob Sewell, che alcuni anni prima era andato all’Università di Harvard alla ricerca di questa lettera perduta negli archivi di Trotskij che lì sono conservati. Non l’aveva trovata, ma si era imbattuto per caso negli scatoloni che contenevano materiale inedito della biografia di Stalin scritta da Trotskij, che successivamente abbiamo pubblicato per la prima volta.

Dissi: “Rob, non ci crederai, ma sembra che la lettera che stavi cercando sia nelle mie mani in questo momento. A ogni modo, è quantomeno una conferma che la lettera è davvero esistita, ma io credo proprio che sia quella autentica.” Dopo che gliela lessi, esclamò immediatamente: “È lei!”

Ma di quale lettera stiamo parlando?

Nel corso della sua vita, Ted Grant tenne conferenze sul movimento trotskista britannico negli Anni Trenta, nel quale era coinvolto. Spesso raccontava un episodio riguardante una lettera che Trotskij ci aveva inviato a proposito dell’introduzione a un suo articolo, Lezioni della Spagna – L’ultimo avvertimento, scritto nella primavera del 1938.

Sostenne sempre che Trotskij ne avesse ricevuto una copia e avesse risposto, congratulandosi per la pubblicazione dell’articolo e lodandone l’introduzione. Diceva che Trotskij avesse anche calorosamente apprezzato l’iniziativa dei compagni di fondare una propria tipografia indipendente.

Il problema era che Ted non era mai stato in possesso di una copia di questa lettera, che non è contenuta nella raccolta degli Scritti di Trotskij. Dov’era la lettera? Era un mistero che pensavamo insolubile. Ma ora è stato risolto: chiariamolo punto per punto.

Tre lettere

Ecco il testo integrale delle tre lettere:

“Avenida Londres 127

Coyoacan, D.F.

Mexico.

21 maggio 1937

“Caro compagno Sumner,

Ti sono sinceramente grato per la tua lettera amichevole e ricca di informazioni. Comprendo bene gli ostacoli che dovete superare, ma non c’è alcun dubbio che di mese in mese la situazione volgerà sempre più a vostro favore. L’unica difficoltà era iniziare l’indagine; ora la verità si rivelerà automaticamente da sé, come una forza naturale. Tutti questi signori, incluse certe vecchie mummie politiche come Brailsford e Fenner Brockway, presto si renderanno conto che la terra comincia a mancare da sotto i piedi e cercheranno di unirsi al campo della verità per evitare di compromettersi definitivamente. Possiamo apertamente e con piena fiducia prevedere la nostra vittoria sui maestri del complotto e i loro agenti di primo e second’ordine. Lo spostamento che si sta ora verifiando negli Stati Uniti non mancherà indubbiamente di influenzare favorevolmente la situazione in Inghilterra.

Ti prego di trasmettere i miei rispettosi saluti a tua madre e i miei migliori auguri a tutti i nostri amici in Inghilterra.

Tuo fraternamente,

Lev Trotskij

LT/BW”

“15 aprile 1938

“Caro compagno Sumner,

Non ti ho scritto per molto tempo ma ne comprenderai il motivo. Abbiamo ricevuto il tuo telegramma e la tua lettera e sia io che Natalia apprezziamo molto i tuoi sentimenti fraterni…

Non so se tu sia stato informato del viaggio che il compagno Cannon farà in Europa, con prima tappa a Londra. Forse lo accompagnerà il compagno Shachtman. Ritengo che questo viaggio sia molto importante soprattutto per la situazione in Inghilterra. Cannon e Shatchman sono i nostri migliori compagni negli Stati Uniti, di mentalità aperta e con una seria esperienza organizzativa. Uno dei loro obiettivi è incontrare tutti i gruppi che in Inghilterra appartengono o desiderano appartenere alla Quarta Internazionale e cercare di normalizzare la situazione tra questi gruppi in modo da favorire la formazione di un’autentica sezione britannica della Quarta Internazionale. Spero che tu e il tuo gruppo fornirete a Cannon e Shatchman ogni aiuto possibile in questo compito.

Dubito che potranno rimanere a Londra per più di una settimana, probabilmente anche meno. È assolutamente necessario utilizzare al meglio questo tempo. Il metodo migliore secondo me sarebbe entrare ora in contatto con gli altri gruppi e magari istituire addirittura un comitato tecnico con lo scopo di organizzare prima incontri separati dei nostri amici americani con ciascun gruppo britannico e poi un incontro generale alla presenza di tutti. Riceverai sicuramente e in tempo utile una comunicazione con il giorno esatto di arrivo dei nostri amici americani a Londra. Sarei molto lieto se tu potessi mandarmi una nota sui preparativi in vista delle discussioni con C e S e una successivamente sugli esiti di queste discussioni.

Ricevo le tue pubblicazioni. Grazie. Ma oggi posso scrivere solamente del viaggio di “C-S”.

Con i migliori saluti da Natalia e da me a te e a tutti i nostri amici.

Tuo fraternamente,

  1. Trotskij

Coyoacan, D.F.

LT: joe 61-18

P.S. – Ho ricevuto una lettera da Frank Maitland a nome del Revolutionary Socialist Party. Desiderava pubblicare il mio articolo sulla Spagna come un opuscolo ed è pronto a farlo in accordo con uno dei nostri gruppi britannici. Il suo partito, mi scrive, si sta sviluppando esattamente nella direzione della Quarta Internazionale. Sei in contatto con loro? Scriverò a Maitland oggi stesso.”

Frank Maitland era un trotskista scozzese che credo abbia successivamente aderito al Rsl per un breve periodo. Ma l’opuscolo contenente gli scritti di Trotskij sulla Spagna di cui si accenna non è mai venuto alla luce. Probabilmente non venne mai pubblicato. Per contro, i compagni della Wil pubblicarono effettivamente un opuscolo contenente l’articolo di Trotskij Le lezioni della Spagna con un’introduzione scritta da Ted Grant insieme a Ralph Lee. È proprio a proposito di questa introduzione che Trotskij espresse il suo apprezzamento nella lettera seguente:

“Caro compagno Sumner,

Ho ricevuto la vostra edizione del mio opuscolo sulla Spagna con la vostra eccellente introduzione. È davvero una buona idea per dei rivoluzionari avere una propria tipografia.

Abbiamo ricevuto la lettera di Lev indirizzata a te, che di fatto è stata la sua ultima lettera. Non ricordo se ti avessi risposto all’epoca. Natalia è stata molto colpita dalla tua premura.

Ti scrivo a proposito del viaggio in Europa e in particolare in Inghilterra di Cannon e Shachtman, e dei piani a esso collegati. Hai ricevuto questa lettera? Non mi hai mai risposto al riguardo.

I miei più cari saluti a te e ai tuoi amici.

Tuo,

Lev Trotskij

Coyoacan, D.F.

LT: joe 71.2”

Chi era Charles Sumner?

Charles Sumner (noto anche come A. Boyd) era il soprannome da militante di Hilary Sumner-Boyd. In realtà era americano: nacque a Boston, nel Massachussets, nel gennaio 1913, e morì a Istanbul nel settembre 1976, all’età di 63 anni. Era figlio di Matthew Frederick Boyd e Anne Porter Boyd: chiaramente proveniva da una famiglia benestante, avendo ricevuto un’istruzione privata.

Successivamente proseguì gli studi al Christ Church college di Oxford. Sembra avesse influenzato la propria famiglia con idee radicali. Suo padre era stato in contatto con John Reed, mentre pare che Trotskij conoscesse sua madre. Era un intellettuale di talento: parlava greco, tedesco, francese, turco e latino.

All’epoca che ci interessa era nella segreteria della Revolutionary Socialist League britannica e responsabile economico della rivista The Red Flag; il suo appartamento al numero 238 di Edgware Road serviva da quartier generale per le attività della Lega. Svolse un ruolo attivo nella campagna per smascherare la natura fraudolenta del Processi di Mosca. Era anche un membro del Segretariato Internazionale e partecipò alla conferenza in cui venne fondata la Quarta Internazionale.

Tuttavia, come i compagni della Wil avevano messo in guardia, la cosiddetta “conferenza unitaria” del 1938 in Gran Bretagna era destinata fin dall’inizio all’insuccesso. L’artificiale “unità” negoziata da Cannon e Shachtman cominciò ad andare in pezzi immediatamente. [Le ragioni sono spiegate oltre.] La nuova organizzazione subì ben presto una serie di scissioni. Questo dovette avere un effetto profondamente negativo sul suo morale.

Per qualche ragione, Sumner successivamente lasciò la Gran Bretagna per la Turchia, dove lasciò la politica attiva e si lasciò assorbire nel mondo accademico, con discreto successo. Fu l’autore di un celebre libro per turisti: Strolling through Istanbul: a brief guide to the city. Hilary ebbe anche influenza sullo sviluppo del teatro turco moderno: molti dei suoi allievi ebbero importanti carriere come attori, direttori e autori teatrali.

Ma anche dopo la sua uscita dal movimento trotskista, sembra che non abbandonò mai del tutto le sue idee. Il filosofo britannico A.J. Ayer ricordò un incontro con “…un americano di nome Hilary Sumner-Boyd, che era il segretario, e per quanto ho potuto scoprire l’unico membro, del partito trotskista di Oxford (!). L’estrema gentilezza delle sue maniere celava la ferocia delle sue idee.”

Questo è confermato in una lettera che venne scritta dal suo avvocato dopo la sua morte. La lettera fa riferimento alle lettere di Trotskij che Sumner aveva custodito al sicuro fra i propri effetti personali per tutti quegli anni. La lettera recita così:

“Taşkonak

Meydan Mahallesi No 18

Rumeli Hisarı

Istanbul

19th March, 1977

“Per MW:

Come fiduciario ed esecutore testamentale del defunto Professor Hilary Sumner-Boyd, ho il piacere di consegnarle, libere da vincoli e senza alcuna condizione, le allegate lettere scritte a Hilary da Lev Trotskij in data 15 aprile e 29 giugno 1938 e 21 maggio 1937.

Potrà disporre di queste lettere nel modo che riterrà più opportuno.

So che Hilary sarebbe stato molto felice di sapere che queste lettere fossero in suo possesso. Non hanno grande valore storico, ma sono documenti in grado di sfiorare un pezzo di storia. Era desiderio di Hilary che i suoi beni venissero affidati a persone in grado di utilizzarli e apprezzarli per il loro valore, e non per il suo. È per esaudire questo desiderio che queste lettere sono affidate a lei.

Michael J.L. Austin”

Evidentemente, l’avvocato aveva sufficiente familiarità con il suo cliente da conoscerne le tendenze politiche, e sottolineò che era suo espresso desiderio che queste lettere venissero affidate a qualcuno “che le avrebbe utilizzate e apprezzate per il loro valore, e non per il suo.”

Questo rende anche chiaro che, nonostante l’uomo che era stato noto come “compagno Sumner” avesse da tempo cessato di avere un ruolo attivo nel movimento rivoluzionario trotskista, egli aveva conservato preziosamente queste lettere per tutta la sua vita, ed era sufficientemente preoccupato per il loro futuro che la sua ultima richiesta fu che venissero consegnate a coloro che ne avrebbero apprezzato il valore e ne avrebbero fatto un uso appropriato.

Fu per questa ragione che l’avvocato di Istanbul si prese la briga di prendere contatto con qualcuno che all’epoca era un membro attivo del Swp americano. Non sappiamo come venne stabilito il collegamento. Ciò che sappiamo è che il destinatario delle lettere, MW, successivamente le diede alla persona che, adesso, le ha consegnate a coloro a cui Trotskij aveva fin dall’inizio inteso destinarle.

Nel ringraziare MT per il suo dono generoso, le abbiamo spiegato anche parte del contesto in cui queste lettere vennero scritte, e il perché avevano un tale significato per noi. In risposta al nostro messaggio, ci ha fornito qualche dettaglio ulteriore su come le lettere erano comparse:

“Salve,

Sono felice che le lettere abbiano finalmente trovato la loro casa.

Riguardo alla loro provenienza, molti anni fa fui compagna di scuola di MW. Quando si diplomò, mi affidò una cartelletta per la Tufts Students Coalition Against Racism, di cui fui presidente l’anno successivo. Mi diede le lettere all’epoca pensando che mi sarebbero interessate. Le ritrovai mettendo in ordine la mansarda di mia madre dopo che morì. Erano in un vecchio scatolone di lettere e documenti “preziosi” dei tempi della scuola.

Non sono riuscita a ottenere il recapito attuale di MW dall’archivio degli ex alunni della Tufts, così ho fatto una ricerca online e ho trovato la vostra organizzazione.

Mi spiace che siano state irreperibili per così tanto tempo, ma sono felice che abbiano trovato voi e un posto nella vostra storia. Grazie per aver condiviso con me la loro importanza! Non conoscendone il contesto, ne ero rimasta un po’ disorientata, ma ora riesco ad apprezzarne la storia e il significato.

Con i migliori saluti

MT”

Quanto possono essere tortuose le vie della storia!

Ulteriore luce su queste vicende è stata fatta il compagno Steve Iverson, un militante di Boston della sezione americana della Tmi, che per molti anni è stato un militante del Swp. Commentando un mio discorso al Congresso mondiale della Tmi l’estate scorsa in Italia, durante il quale ho definito le lettere di Trotskij come il “nostro certificato di nascita”, Steve mi ha scritto quanto segue:

“I delegati al Congresso mondiale della Imt del 2018 si sono emozionati nell’ascoltare la storia di come siamo giunti in possesso del “certificato di nascita” della nostra tendenza, le lettere di Trotskij ai compagni britannici con le sue congratulazioni per la pubblicazione dell’opuscolo sulla rivoluzione spagnola.

Il racconto ha lasciato un velo di mistero circa la provenienza dei documenti: cioè come si è creata la catena dei successivi passaggi delle lettere fino alla loro legittima casa.

Ana ha raccontato che la donna americana che ci ha contattato per offrirci le tre lettere originali di Trotskij ha successivamente spiegato alcune delle vicende che le hanno condotte fino a lei.

Si dà il caso che io sia in grado di aggiungere qualche pezzo mancante di questo puzzle.

La nostra benefattrice ci ha detto che a metà degli Anni ’70 studiava alla Tufts University di Somerville, Massachussets. In quel periodo aderì alla sezione locale della National Student Coalition Against Racism, Nscar. Anch’io ero membro di questa organizzazione nel breve periodo in cui è esistita. E benché adesso io abiti a due isolati da quell’università, all’epoca vivevo all’estremo opposto del continente, in California.

La Nscar venne fondata in una conferenza del gennaio 1975 alla Boston University su iniziativa del Socialist Workers Party statunitense e della sua organizzazione giovanile, la Young Socialist Alliance, come uno strumento per estendere e approfondire le mobilitazioni a supporto della comunità di colore di Boston nella sua lotta contro le organizzazioni razziste che ostacolavano attivamente il processo di desegregazione nelle scuole di Boston.

Questa donna ci ha spiegato che quando il segretario della sezione della Scar della Tufts University era in procinto di lasciare Boston per trasferirsi in un’altra città, le consegnò i tre documenti. Egli li aveva ricevuti in eredità da un professore che era deceduto all’inizio degli Anni ’70.

Il collegamento tra il professore e lo studente rimane un mistero, tuttavia io conobbi una volta questo MW, ossia lo studente che ereditò le lettere.

Per quanto ne so, non è più politicamente attivo. Ma per molti anni MW fu un membro del Socialist Workers Party. Nel corso degli anni ebbe un ruolo di organizzatore di sezione in un paio di città, e fu perfino candidato per il Swp a sindaco di Pittsburgh, in Pennsylvania, nel 1985.

C’è un aspetto particolarmente curioso riguardo al fatto che MW cedette a MT i tre documenti nel 1977. Proprio in quel periodo gli archivi di Trotskij erano stati finalmente aperti alla consultazione pubblica presso l’università di Harvard, e diversi membri del Swp erano stati incaricati di svolgere ricerche presso gli archivi per ampliare i contenuti della collana di pubblicazioni della Pathfinder Press sugli scritti di Trotskij nel periodo finale del suo esilio. Perché mai allora MW diede le lettere a MT, invece di consegnarle al partito in cui militava?”

A quanto pare, copie di due delle tre lettere furono effettivamente trovate nell’archivio e ripubblicate. Ma la terza, quella per noi più interessante, non aveva ancora mai visto la luce…

Perché la lettera venne nascosta

Le prime due lettere furono pubblicate dal Swp nella raccolta degli Scritti di Trotskij. La terza invece no. Semplicemente scomparve, come se non fosse mai esistita. La domanda da porsi è questa: perché questa lettera – e soltanto questa – venne tenuta nascosta per decenni?

Se questa lettera era di straordinaria importanza per la nostra tendenza, il suo occultamento consapevole era chiaramente di importanza altrettanto fondamentale per i nostri avversari politici. E non possono esservi dubbi sul fatto che questa lettera fu effettivamente nascosta di proposito dai dirigenti del Swp, e in particolare da James Cannon.

Che prove abbiamo di questa tesi? Abbiamo già affermato che vi erano tre lettere. Due vennero pubblicate negli scritti di Trotskij che vennero stampati dal Swp americano. Soltanto una venne omessa, la famosa lettera scomparsa. Forse il Swp non possedeva una copia di questa lettera? Questo è francamente inverosimile. Joseph Hansen, uno dei segretari di Trotskij, conservava una copia di tutta la sua corrispondenza. Possedeva sicuramente una copia di questa lettera, come è evidenziato dal fatto che in calce al documento si legge un riferimento d’archivio: “Joe 71.2” (ossia copia per Joe Hansen).

Eppure negli archivi di Harvard non esiste alcuna copia di questa lettera. Come abbiamo già accennato, nel 2003 il compagno Rob Sewell andò all’Università di Harvard in cerca della lettera mancante, ma non ne trovò traccia. In questa occasione peraltro – come abbiamo spiegato sopra – si imbatté per caso in alcuni scatoloni di materiale inedito che era stato espunto dalla biografia di Stalin scritta da Trotskij. Questo fu l’inizio dell’importante progetto della Tmi di pubblicazione di una nuova versione ampliata di quest’opera fondamentale. Ma la lettera scomparsa rimaneva tale.

Per chiarire le ragioni di questo mistero, dovremo risalire alle origini della nostra tendenza nel periodo che condusse fino al tentativo di Trotskij di lanciare la Quarta Internazionale ottant’anni fa, nel 1938. Non è questa la sede per trattare nel dettaglio queste vicende, o i successivi disastrosi sviluppi che portarono al crollo della Quarta Internazionale. Questi argomenti sono stati trattati in altre opere, e in particolare in Storia del trotskismo britannico e Il programma dell’internazionale, entrambe di Ted Grant.

L’ambito di questo articolo è assai più limitato, ma ciononostante getta una luce significativa sui metodi di falsificazione e imbrogli organizzativi che, insieme ad analisi e posizioni politiche scorrette, furono un elemento importante nella degenerazione e nel collasso dell’Internazionale dopo la Seconda guerra mondiale.

Benché non possiamo trattare nel dettaglio questo argomento, è necessario almeno fornire un abbozzo di determinati eventi, in modo che il lettore possa farsi un’idea di quello che si cela dietro il caso della lettera scomparsa.

Le origini della Tmi

La storia della nostra tendenza può essere fatta risalire direttamente al grande lavoro dell’Opposizione di Sinistra di Lev Trotskij negli Anni ’20 e in realtà addirittura ai giorni eroici della Terza Internazionale al tempo di Lenin e Trotskij. L’isolamento della rivoluzione russa in condizioni di terribile arretramento diedero vita a una gigantesca burocrazia desiderosa di godere i frutti della vittoria.

La contrarietà della burocrazia alla rivoluzione mondiale aveva una base materiale. Uno strato sociale in ascesa composto da funzionari conservatori desiderava una vita tranquilla, al sicuro dalle tempeste e dalle pressioni della rivoluzione e libera dal controllo delle masse. A ogni sconfitta della classe lavoratrice, questa casta privilegiata costituita da milioni di funzionari – molti di loro in passato appartenenti alla burocrazia zarista – concentrò sempre più potere nelle proprie mani, sgomitando per elevarsi al di sopra di una classe lavoratrice ormai esausta.

Dopo l’ultima malattia di Lenin, Trotskij si prese sulle spalle la guida della lotta contro Stalin e la minaccia crescente della burocrazia, combattendo per il programma leninista dell’internazionalismo proletario e della democrazia operaia. Lanciò l’Opposizione di Sinistra alla fine del 1923 dopo il fallimento della rivoluzione in Germania nel tentativo di difendere le idee fondamentali di Lenin che venivano sistematicamente travisate e abbandonate.

L’esplosione di questa lotta all’interno della Russia tra l’Opposizione e il Triumvirato di Stalin, Zinoviev e Kamenev fu inizialmente contenuta all’interno del gruppo dirigente del Partito comunista dell’Unione Sovietica. Tuttavia lo scontro era destinato ad allargarsi, e con la morte di Lenin la campagna per screditare Trotskij e il suo ruolo di successore di Lenin si estese ben presto nelle file dell’Internazionale Comunista.

Così come all’interno dell’apparato del partito in Russia, dove Stalin utilizzò la propria posizione per selezionare il personale leale alla sua fazione, altrettanto fece Zinoviev nell’Internazionale selezionando come dirigenti delle varie sezioni nazionali coloro che si erano dimostrati più favorevoli alla cricca di Mosca. Tuttavia, in quei primi giorni del movimento comunista l’apparato dirigente fu costretto a consentire una discussione pseudo-democratica sulle questioni sollevate dall’Opposizione che era sorta nel partito russo.

La successiva espulsione dell’Opposizione di Sinistra nel novembre 1927 costituì una sconfitta per le forze autentiche del leninismo all’interno dei partiti comunisti. Questo aprì la strada per lo spostamento di Stalin su posizioni di ultra-sinistra e la sua successiva eliminazione dell’Opposizione di Destra di Bukharin. Questo segnò un passo ulteriore nel consolidamento della burocrazia nell’Unione Sovietica, con l’eliminazione di tutti gli elementi di opposizione all’interno dell’Internazionale Comunista. Dopo l’espulsione dell’Opposizione di Sinistra in Russia, simili epurazioni vennero portate avanti in tutte le sezioni del Comintern.

Un uomo solo contro il mondo

Nonostante tutti gli sforzi di Stalin e del suo potente apparato per schiacciare l’Opposizione, Trotskij si rifiutò di rimanere in silenzio. Dall’isoletta di Prinkipo in Turchia, Lev Trotskij proseguì la sua caparbia battaglia contro lo stalinismo. Cominciò il processo lento e faticoso di organizzazione di quei comunisti che desideravano difendere il vero programma e le tradizioni del bolscevismo-leninismo.

Ma Trotskij conduceva il suo tentativo di edificare una nuova Internazionale nelle condizioni più difficili che si possano immaginare. L’ondata di reazione che spazzava l’Europa si rifletteva in una serie di sconfitte della classe lavoratrice e nell’ascesa del fascismo in Italia, Germania e Spagna. In Russia, i mostruosi processi di Mosca rappresentarono una guerra civile unilaterale della burocrazia stalinista contro il bolscevismo. Trotskij continuò la sua lotta dal suo lontano esilio in Messico, combattendo una battaglia coraggiosa ma solitaria contro ogni probabilità: un uomo solo contro il mondo intero.

In queste circostanze, i quadri della nuova Internazionale riflettevano necessariamente un ambiente di sconfitta e reazione: elementi demoralizzati, provenienti perlopiù dalla piccola borghesia. La verità è che Trotskij poteva contare su risorse davvero limitate. Molti di coloro che passarono all’Opposizione lo fecero non perché fossero convinti dalle idee del bolscevismo-leninismo, ma per reazione contro gli eccessi dello stalinismo. Alcuni erano stanchi e logorati, molti erano politicamente disorientati. C’erano ultra-sinistri, semi-anarchici, sindacalisti, bordighisti e altre deviazioni.

Trotskij era ben consapevole di questo problema. Questo è chiaramente espresso nel suo testo La crisi della sezione francese, che copre il periodo 1935-’36. È particolarmente eloquente la trascrizione di un’intervista rilasciata da Trotskij a Fred Zeller, che all’epoca era un dirigente dei giovani socialisti di sinistra francesi. Quando Zeller rinfacciò a Trotskij la cattiva condotta dei suoi seguaci in Francia, non tentò di difenderli. Disse soltanto:

“Sai, non c’è molta scelta. Si deve lavorare con il materiale a disposizione. Non sempre è anche il più adatto” (Trotskij, Sui problemi organizzativi, novembre 1935, ne La crisi della sezione francese, p. 67 dell’edizione inglese).

Il trotskismo in Gran Bretagna

Il giudizio dato da Trotskij sui trotskisti francesi avrebbe potuto ben applicarsi allo stesso modo ai sedicenti trotskisti in Gran Bretagna. Come i francesi, si trattava perlopiù di elementi piccolo-borghesi, anticonformisti organicamente incapaci di uscire dalla mentalità del piccolo circolo e trovare una via verso la classe lavoratrice. Erano ammalati di settarismo, piaga che ha afflitto il movimento fin dai suoi inizi e che Trotskij criticò molte volte.

Nel tentativo di superare l’isolamento del trotskisti britannici dalla classe lavoratrice, Trotskij cercò di convincerli a entrare nell’Indipendent Labour Party, una scissione del Labour Party dei primi Anni ’30 che godeva del sostegno di un gran numero di lavoratori dche si stavano spostando a sinistra. Come da abitudine, questi opposero resistenza al suo consiglio, e soltanto un piccolo gruppo di quindici o venti militanti alla fine si rivolsero all’Ilp. Sfortunatamente si trattava di persone prive di esperienza, ed entrarono nell’Ilp troppo tardi, quando già il partito stava perdendo terreno. Erano noti come il Gruppo marxista.

La situazione cominciò a cambiare con l’arrivo di un paio di giovani trotskisti entusiasti dal Sudafrica, uno dei quali era Ted Grant. Questi ottennero alcuni avanzamenti, ma all’epoca le possibilità di un lavoro nell’Ilp erano diminuite in modo significativo. Trotskij osservò che si stessero chiaramente aprendo opportunità molto più favorevoli all’interno del Labour Party, e in particolare nella sua organizzazione giovanile, la Labour League of Youth. Scrisse:

“Dal momento che i giovani dell’Ilp sembrano pochi e sparpagliati, mentre la gioventù laburista è un’organizzazione giovanile di massa, io direi: non limitatevi a costituire delle frazioni – cercate di entrarvi. La sezione britannica recluterà i suoi primi quadri tra i trentamila giovani lavoratori nella Labour League of Youth” (Lev Trotskij, Writings, 1935-36, p. 203).

Ted Grant contribuì a sviluppare il Gruppo bolscevico-leninista all’interno del Labour Party, che divenne noto pubblicamente come il Militant Group, dal nome del suo giornale. All’epoca, vi aveva aderito la maggior parte del gruppo proveniente dal Sudafrica, compreso Ralph Lee. Ma la composizione del Militant Group era principalmente piccolo-borghese e ciò era riflesso dal suo regime interno. Era un ricettacolo di pettegolezzi, intrighi e pugnalate alle spalle, il genere di ambiente malsano in cui sguazzano gli elementi piccolo-borghesi.

I vecchi dirigenti erano gelosi dei giovani compagni entusiasti, di cui erano invidiosi e che vedevano come una minaccia per la propria posizione e autorità. Come sempre in gruppi di questo tipo, scandali e attacchi personali presero il posto della discussione politica. Privi dell’abilità di discutere delle proprie posizioni politiche, i dirigenti organizzarono una campagna di attacchi scandalosi e calunnie dirette contro Ralph Lee. Le loro accuse erano false, e successivamente vennero sconfessate. Ma l’atmosfera avvelenata condusse inevitabilmente alla rottura delle relazioni. La crisi terminò con l’espulsione dei compagni del Militant Group.

I compagni espulsi decisero che era necessario un nuovo inizio, e crearono la Workers’ International League (Wil): il primo numero del Workers’ International News uscì nel gennaio 1938. Erano soltanto un pugno di militanti, ma quel che mancava loro in termini di numero e risorse lo compensavano con lo slancio giovanile e l’entusiasmo rivoluzionario. Nuovi compagni furono reclutati dalla Guild of Youth dell’Ilp, la Labour League of Youth e il Communist Party. Ted successivamente ricordò:

“Avevamo otto compagni. Eravamo attivi; diffondevamo il giornale ad Hyde Park, Piccadilly e Tottenham Court Road. Quando c’erano degli scioperi, intervenivamo e reclutavamo varie persone, dei lavoratori. Eravamo l’unico gruppo basato sui lavoratori. Volevamo i lavoratori, non i rifiuti che stavano negli altri gruppi.”

Poco dopo la formazione della Wil, Ralph Lee scrisse una lettera a Trotskij il 12 febbraio 1938 (Lettere in esilio di Lev Trotskij, Harvard, bms Russ 13.1, 2625). Gli inviò anche due numeri del Workers International News, tra cui il primo, stampato in gennaio, che conteneva anche un articolo dello stesso Trotskij. Trotskij lesse la lettera e ne sottolineò delle frasi in matita rossa e blu. C’è un punto di domanda disegnato da Trotskij di fianco al passaggio in cui Ralph scrive che gli sono state inviate separatamente delle copie del Win e un opuscolo. Sembra indicare che non le avesse ricevute o che avesse bisogno di saperne di più su quel gruppo, o forse entrambe le cose.

Poco prima della guerra, la Wil ottenne la sua prima macchina tipografica: un vecchio arnese scassato che Lee, che aveva buone abilità tecniche, riuscì a far funzionare. Pubblicavano una rivista teorica chiamata Workers’ International News e un giornale intitolato Youth for Socialism. Produssero anche un breve opuscolo contenente l’articolo di Trotskij Lezioni della Spagna, con un’introduzione che Ted scrisse insieme a Ralph Lee.

Ralph spiegò a Trotskij che il gruppo aveva acquistato una macchina tipografica, sulla quale veniva prodotto il nuovo Win. “Finora abbiamo pubblicato due numeri del Workers International News e l’opuscolo contenente una sintesi del rapporto conclusivo della commissione d’inchiesta riguardante le accuse nei confronti di Lev Trotskij nei processi di Mosca. Delle copie ti sono state inviate con spedizione separata.” Questa frase è sottolineata in rosso.

Ralph conclude la sua lettera con queste parole: “Finora abbiamo dipeso dall’iniziativa e dall’energia dei compagni americani ma questo ha significato, tra le altre cose, un prezzo proibitivo per le nostre pubblicazioni che ne ha impedito la loro più ampia distribuzione. Nel nostro tentativo di porre fine a questa dipendenza da una sezione estera della Quarta Internazionale, speriamo di avere il tuo beneplacito”. Le ultime otto parole sono nuovamente sottolineate da Trotskij in matita rossa. Su questo punto aveva bisogno di riflettere o di ricevere ulteriori informazioni, forse da Charles Sumner.

Nell’archivio di Trotskij si trova un’altra lettera di Ralph Lee inviatagli il 14 dicembre 1938, che comprende la dichiarazione approvata dall’assemblea generale dei militanti della Wil che si tenne il 27 novembre 1938 (bms Russ 13.1, 1111-1115).

In una discussione con i dirigenti del Swp americano il 23 luglio 1938, Trotskij li rimproverò per la loro mancanza di spirito di sacrificio rivoluzionario e l’incapacità di dotarsi di una tipografia. Citò allora l’esempio della Wil:

“Dobbiamo avere delle macchine da stampa a qualunque costo.

Per esempio, i nostri compagni inglesi ora hanno la loro tipografia: con una tipografia e due o tre compagni che vi si dedichino, possiamo pubblicare non solo Socialist Appeal almeno due volte alla settimana, ma anche opuscoli, volantini, etc.. Il problema è che il lavoro del partito è troppo basato su concezioni piccolo-borghesi.

Dobbiamo educare i nostri giovani ad avere più spirito di sacrificio. Abbiamo già troppi giovani burocrati nel nostro movimento” (Trotskij, Writings, 1937-38, p. 394).

Queste critiche devono aver ferito Cannon. Erano un colpo al suo ego smisurato – e gli erano rivolte da Trotskij in persona, dietro la cui autorevolezza Cannon si riparava. Il suo prestigio personale ne veniva indebolito e questo, per lui, costituiva un’offesa imperdonabile. Questo spiega la sua ostilità rancorosa e incessante nei confronti della Wil, contro cui portò avanti una lotta accanita, con metodi che Trotskij avrebbe condannato senza mezzi termini.

Curiosamente, mentre altri commenti di Trotskij vennero riprodotti per esteso parola per parola nei bollettini interni del Swp, proprio quello che conteneva queste aspre critiche al partito non venne pubblicato.

Come non si fa un’unificazione

Con l’approssimarsi del pericolo di una nuova guerra mondiale, Trotskij decise di accelerare i preparativi per la fondazione di una nuova Internazionale. Nell’agosto del 1938, poco prima della conferenza di fondazione della Quarta Internazionale, James P. Cannon del Socialist Workers’ Party statunitense venne a Londra con l’obiettivo di unificare i differenti gruppi trotskisti britannici in una sola organizzazione.

In ragione del loro rapporto speciale con Trotskij, i dirigenti del Swp pensavano di avere una posizione privilegiata nel movimento trotskista internazionale. Questo valeva particolarmente per Cannon, il quale dava per scontato che i trotskisti britannici avrebbero seguito la sua direzione in ogni questione.

Cannon cercò di utilizzare la propria autorità per esercitare pressione sui compagni affinché si unissero con gli altri gruppi. Questi gli risposero di essere favorevoli all’unità, ma soltanto sulla base di un chiaro accordo politico sulla strategia e la tattica. Se Cannon avesse continuato a perseguire un processo di unificazione senza principi, gli dissero, avrebbe unificato tre gruppi per ottenerne dieci. Ciononostante, egli chiese loro di partecipare alla conferenza di unificazione e ottenne il loro consenso ad assistervi ed esporvi le proprie ragioni.

I membri della Wil erano comprensibilmente assai prudenti. Dopo la loro spiacevole esperienza con il Militant Group, erano scettici sulla possibilità che venisse raggiunta una qualsiasi significativa unità. Tuttavia per senso di responsabilità parteciparono alla conferenza. Naturalmente erano completamente favorevoli alla Quarta Internazionale e tenevano Cannon in grande stima, ma quando giunsero alla conferenza rimasero profondamente scandalizzati da quanto poterono osservare.

La storia è raccontata per esteso in The History of British Trotskyism, in cui si legge quanto segue:

“Come preludio al congresso di fondazione della Quarta Internazionale a Parigi, James Cannon, il principale dirigente del movimento trotskista americano e delegato al congresso mondiale, venne dagli Stati Uniti per preparare il terreno per la costituzione di un’organizzazione trotskista unificata in Gran Bretagna. Immaginava che avrebbe spazzato via le differenze e unificato le varie organizzazioni in un colpo solo. All’epoca, esistevano tre diversi gruppi che si dichiaravano trotskisti nella sola area di Londra, e un altro in Scozia. Erano il Militant Group, la Revolutionary Socialist League, il Revolutionary Socialist Party, oltre a noi, la Wil. Il Rsp era una scissione dal Socialist Labour Party, un’organizzazione in larga misura settaria presente in Scozia, con una residua influenza a Glasgow ed Edimburgo e alcuni singoli militanti nello Yorkshire, che si era avvicinata al trotskismo.

Dunque era questa la situazione quando Cannon giunse in questo paese. Cannon, che aveva una lunga storia di rivoluzionario nel movimento, era per noi un riferimento. Era il principale dirigente del Swp ed era in contatto regolare con Trotskij in Messico. I compagni ne avevano una grande opinione. Quando lo incontrammo ci disse che il suo obiettivo era unificare i gruppi britannici prima del congresso di fondazione della Quarta Internazionale che si sarebbe tenuto a settembre. Era quella la scadenza e perciò non si poteva aspettare che tutti fossero d’accordo su tutto prima di portare a compimento questa unificazione. Da parte nostra, gli rispondemmo che eravamo favorevoli all’unità, ma solo su basi di principio corrette. A quel tempo, considerate le differenze di fondo tra i gruppi, il primo e immediato problema da sciogliere era su come lavorare: entrismo o no, lavoro indipendente o lavoro nel Labour Party. Dicemmo a Cannon che prima di unirci avremmo dovuto trovare un accordo su un’unica chiara linea politica. Qualsiasi organizzazione unificata avrebbe dovuto concordare, o una politica di entrismo o una politica di lavoro indipendente. Inoltre, ovviamente, andavano stabiliti i diritti della minoranza di portare avanti la propria posizione in completa libertà e di cercare di convincere la maggioranza all’interno delle strutture dell’organizzazione.

Cannon replicò ‘Sì, ma il Rsp e la tendenza di James non accetteranno mai queste condizioni’. Al che ribattemmo: ‘Se non sono pronti ad accettarle allora per quanto ci riguarda non ci sarà chiaramente nessuna unità’.”

I peggiori timori dei compagni della Wil furono immediatamente confermati. Tutta la conduzione della conferenza di “unificazione” fu una farsa. Quando Ralph Lee vide ciò che stava accadendo, con porte che si aprivano e chiudevano, gente che andava e veniva, sondando il terreno e facendo pressioni mentre i diversi partecipanti erano intenti a condurre una specie di mercato delle vacche e accordi sottobanco, paragonò tutto questo a una commedia dai toni grotteschi. Gli unici che non ricevevano pressioni e non venivano consultati erano i membri della Wil.

In ultima analisi, il problema era che è impossibile unire gruppi con linee politiche, tattiche e orientamenti radicalmente diversi. I compagni della Wil cercarono di chiarirlo a Cannon, ma questi rimase indifferente. Voleva l’unificazione e questo era quanto. Alla fine, la Wil si rifiutò di aderire, rimarcando che l’accordo di unificazione, che consentiva a tutti i trotskisti che si opponevano all’entrismo di proseguire il lavoro indipendente, era destinato a fallire.

La risposta di Cannon fu nel suo stile. Disse: “Schiacceremo gli scissionisti come insetti.” Lee replicò a tono, dicendo che l’unificazione su quelle basi era impossibile. Henry Sara, che era alla presidenza, disse a Lee che non era consentito rivolgersi in questo modo a un ospite.” Ted si levò e dichiarò che “anche se l’ospite fosse stato il compagno Trotskij, avremmo il diritto di sollevare qualunque questione. Queste sono le regole democratiche all’interno del nostro movimento, chiunque sia presente.”

La previsione fu confermata nel giro di una settimana. Maitland, che era presente alla conferenza per conto del Rsp, venne ripudiato dal proprio gruppo, che rifiutò l’unificazione. Altre scissioni seguirono a breve. Nel giro di sei settimane l’intera operazione era finita nel caos. Cannon non era affatto contento. Era abituato a ottenere tutto a modo suo. Scaricò la colpa per i suoi problemi sulla Wil. Il suo risentimento verso la “gruppo di novellini” di Lee, Jock Haston e Ted Grant durò per anni. Questo spiega il mistero della lettera scomparsa.

Cannon non poteva sopportare i trotskisti britannici semplicemente perché non erano disposti ad accettare la sua direzione incondizionatamente e senza critiche. Li considerò sempre come un fastidio. È significativo che, nel criticare la direzione della sezione britannica “ufficiale” (la vecchia Rsl), la accusasse di essere troppo “gentiluomini” e non abbastanza “brutali” nei confronti della Wil. Il fatto che potesse accostare il bolscevismo con la brutalità è indicativo di quanto Cannon fosse distante dalle idee e dai metodi autentici di Lenin e Trotskij.

È vero che la durezza era un elemento importante nell’atteggiamento dei bolscevichi. Non fu un caso che nella divisione del 1903 tra bolscevichi e menscevichi, i primi furono chiamati “duri” e gli altri “morbidi”. Ma Trotskij osservò che la durezza non era monopolio del bolscevismo. Anche nelle file dei menscevichi vi furono uomini e donne duri, devoti alla propria causa e desiderosi di combattere e sacrificarsi per essa, mentre nel campo dei bolscevichi non mancarono persone disponibili al compromesso, come si vide nei momenti decisivi della Rivoluzione.

In ultima analisi, tuttavia, durezza e mollezza nelle tendenze rivoluzionarie devono avere una base politica. La mancanza di disciplina organizzativa dei menscevichi non era che un riflesso del loro opportunismo politico – la loro inclinazione al compromesso su questioni di principio, a cercare accordi con le classi nemiche e, alla fine, a passare direttamente nel campo della borghesia.

Lo stesso Lenin fu sempre duro e intransigente (si potrebbe perfino dire “brutale”) su questioni di teoria e di principio. Questa era la vera base del suo centralismo. Ma questo era solo un lato della medaglia. L’altro lato era il suo atteggiamento estremamente flessibile verso le questioni organizzative e tattiche. E nel trattare i suoi compagni, lungi dal mostrare alcun segno di “brutalità”, manifestò invece sempre grande sensibilità, tatto e umanità.

Per Lenin, e anche per Trotskij, era impensabile utilizzare metodi amministrativi per risolvere divergenze politiche. Prepotenze, minacce, insulti e calunnie furono sempre totalmente estranei alla loro condotta. Trattarono sempre i loro avversari politici con rispetto, replicando punto per punto alle loro argomentazioni. È sufficiente ricordarsi dei primi cinque anni dell’Internazionale Comunista per dimostrarlo. La scuola di Cannon non era quella del bolscevismo, ma piuttosto quella di Zinoviev, che a sua volta preparò il terreno per lo stalinismo.

La conferenza di fondazione della Quarta Internazionale

Alla conferenza di “unificazione”, Cannon chiese un incontro a Ted e a Jock Haston. Domandò se avrebbero inviato un delegato alla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale per chiederesezione  l’affiliazione come simpatizzante. Risposero che avrebbero fatto richiesta di adesione come simpatizzanti, benché non fossero certi di riuscire a raccogliere fondi sufficienti a inviare un compagno alla conferenza. Cannon rispose: “Fate ciò che potete. Altrimenti, inviate una lettera.”

Ne discussero e prepararono una lettera in cui manifestavano il loro sostegno alla Quarta Internazionale e chiedevano di esservi ammessi come sezione simpatizzante. Il delegato francese si schierò a favore dell’ammissione della Wil, che sarebbe stata sicuramente accettata se non fosse stato per l’intervento contrario di Cannon, che si vendicò dei compagni nel modo più meschino e spregevole.

La lettera della Wil non venne letta. Cannon lanciò invece una polemica contro la Wil accusandola di “nazionalismo settario” e di essersi scissa per mere questioni personali. L’accusa era completamente falsa, come Cannon sapeva perfettamente.

Infine, Cannon chiese il riconoscimento della Rsl come sezione ufficiale britannica. Questa proposta venne naturalmente accettata, e dal momento che ai delegati erano state propinate soltanto bugie, la richiesta di affiliazione come simpatizzante della Wil venne respinta. Il risultato di queste manovre fu un’ingiusta censura nei confronti della Wil. “Tutti i raggruppamenti su basi puramente nazionali”, recitava la dichiarazione ufficiale, “tutti coloro che rifiutano l’organizzazione, il controllo e la disciplina internazionali, sono nella loro essenza organizzazioni reazionarie.”

Quando Cannon scrisse per Trotskij un rapporto sulla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale, diede una versione disonesta e distorta del suo viaggio in Gran Bretagna e della conferenza di unificazione, fornendo il seguente giudizio sulla Wil:

“Il Militant Group negli ultimi sei mesi ha subito una spiacevole scissione guidata da Lee, che ha prodotto la creazione di un altro gruppo (il Workers’ International News), senza che la scissione stessa fosse legata a questioni di principio. Questa situazione potrebbe soltanto introdurre confusione e demoralizzazione – a maggior ragione dal momento che entrambi i gruppi lavorano esclusivamente all’interno del Labour Party. Allo stesso tempo, la sezione di Liverpool è uscita dal Militant Group su basi opportuniste. (…)

Nella conferenza di Londra, la settimana successiva, avevo fin dall’inizio il sostegno [del gruppo di Edimburgo] per un’unificazione generale. Questo ha certamente esercitato una notevole pressione anche sul gruppo di [CLR] James.

La risoluzione politica accettata come base per l’unificazione prevede che lo sforzo principale debba essere orientato sul lavoro nel Labour Party, pur non rendendo obbligatoria l’adesione al Lp per quei compagni che non vi sono stati iscritti fino ad ora. Questo se non altro fornisce un orientamento chiaro per il gruppo unificato. Era il massimo che fosse possibile. Ritengo che la questione più importante, una volta ottenuto perlomeno un orientamento corretto, fosse riunire tutti i compagni e abituarli a lavorare in un’unica organizzazione saldamente associata alla Quarta Internazionale. Abbiamo lanciato una dura crociata contro le scissioni irresponsabili e chiarito nel modo più risoluto che la conferenza internazionale avrebbe eliminato la possibilità di avere più gruppi nazionali, riconoscendo una sola sezione in ogni paese. […]

Il gruppo di Lee è costituito da una trentina di militanti, la maggior parte giovani, che sono stati avvelenati in profondità con antagonismi personali nei confronti della direzione del Militant. Hanno cercato di ostacolare l’unificazione ma sono stati colpiti duramente alla conferenza di unificazione, e le loro file ne sono rimaste fortemente scosse. Il loro atteggiamento è stato condannato dalla conferenza internazionale.

Anche Shachtman, durante la sua visita in Inghilterra, ha avuto un incontro con questo gruppo. Ne ha riportato la mia stessa opinione – che dovranno sottostare alla decisione internazionale ed entrare nella sezione britannica unificata o subire una scissione. È indispensabile che la sezione britannica si ponga in modo fermo e risoluto nei confronti di questo gruppo, e che in nessun caso ne riconosca la legittimità. Purtroppo, questo è più facile a dirsi che a farsi. I compagni inglesi sono, ahimè, dei gentiluomini. Non sono abituati al nostro modo “brutale” (cioè bolscevico) di trattare con i gruppi che giocano con le scissioni” (James P. Cannon, Impressions of the Founding Conference, 12 ottobre 1938, in Joseph Hansen, James P. Cannon – The Internationalist, luglio 1980).

I metodi zinovievisti di Cannon

Lenin disse che il rancore in politica gioca il ruolo più spregevole. Si riferiva a Stalin nel suo Testamento – un altro documento che venne deliberatamente soppresso per ragioni di parte. Ma il rancore era anche una caratteristica della psicologia e dei metodi di Zinoviev.

È poco noto che la feroce campagna di menzogne e calunnie contro Trotskij dopo la morte di Lenin non venne lanciata da Stalin, ma da Zinoviev, che era mosso unicamente da questioni di prestigio personale. Era convinto di essere il legittimo erede di Lenin ed era invidioso di Trotskij: non sopportava l’enorme prestigio che Trotskij si era guadagnato nelle file del partito bolscevico e della classe lavoratrice in conseguenza del suo ruolo decisivo durante la Rivoluzione d’Ottobre e nella guerra civile che ne seguì.

Successivamente, Zinoviev e Kamenev ruppero con Stalin e si unirono a Trotskij nell’Opposizione di Sinistra. Ma Zinoviev non abbandonò mai i suoi metodi senza scrupoli, sostituendo gli intrighi organizzativi a un’onesta battaglia politica per le idee. La sua completa mancanza di principi venne alla luce infine quando si arrese a Stalin, dopo l’espulsione dell’Opposizione di Sinistra nel 1927.

James Cannon giocò un ruolo importante nella costruzione dell’Opposizione di Sinistra, dopo la sua rottura con Stalin nel 1928. Aveva una lunga storia nel movimento operaio, era un agitatore e un organizzatore di talento. Di tutti i primi dirigenti della Quarta Internazionale, era probabilmente il più abile. Tuttavia Cannon, come Zinoviev e Stalin, non diede mai molta importanza alla teoria.

Non solo lo ammetteva, ma ne era addirittura fiero. Disse: “Ho sempre preso a pugni chiunque mi desse del teorico. Io mi definivo un agitatore” (Cannon, Writings, 1940-’43, pag. 360). Cannon trascura il piccolo dettaglio che Lenin e Trotskij, i dirigenti del partito bolscevico, erano innanzitutto dei teorici.

Cannon appartiene a una numerosa schiera di sedicenti rivoluzionari “proletari” che nascondono la loro ignoranza teorica dietro a una falsa facciata di “operaismo”. In luogo della teoria essi spacciano cattiva propaganda. Dietro il loro atteggiamento di presunto disprezzo per la teoria e gli intellettuali, giace un profondo senso di inferiorità che nasconde un desiderio ardente di padroneggiare non soltanto l’arte delle manovre e degli intrighi organizzativi, ma anche la teoria: ma questa, ahimè, sfugge sempre loro. Non esiste animale più pericoloso nel movimento rivoluzionario di un uomo che non è un teorico, ma pensa che dovrebbe esserlo.

Cannon era uno zinovievista, e nei suoi metodi organizzativi rimase uno zinovievista per tutta la sua vita. Lo ammette egli stesso nella sua autobiografia: “Gli scritti dell’Opposizione di Sinistra sotto la direzione di Trotskij vennero soppressi. Ne avevamo soltanto vaghi frammenti qua e là e io, come tutti gli altri dirigenti del partito americano in quel periodo, avrei potuto essere definito uno zinovievista. Fummo tutti assorbiti nella campagna della troika [contro Trotskij].”

E ancora:

Credo sia del tutto corretto sostenere che a quel tempo io fossi uno zinovievista, così come tutti gli altri dirigenti del partito: prendevamo per buona la linea tenuta da Mosca senza esaminarla con occhio troppo critico” (Cannon, Writings 1945-’47, pag. 187, enfasi mia – AW).

Lo zinovievismo è una rozza caricatura del bolscevismo che conferisce importanza soltanto ad alcune delle idee di Lenin (la necessità di un’organizzazione rivoluzionaria forte, disciplinata e centralizzata) ma ignora o minimizza l’importanza della teoria e delle idee. Tendenze zinovieviste purtroppo sono presenti in molti gruppi che fingono soltanto di difendere le idee del trotskismo. Queste tendenze hanno giocato un ruolo particolarmente dannoso dapprima nella degenerazione, e infine nella completa liquidazione politica della Quarta Internazionale.

I metodi zinovievisti di James Cannon erano evidenti fin dall’inizio – un fatto ben noto a Trotskij, che in più di un’occasione li sconfessò. Il comportamento di Cannon nei confronti dei trotskisti britannici fu un classico esempio di questi metodi. Il suo obiettivo era stabilire il controllo completo. Chiunque osasse contraddirlo venne trattato come un nemico da cacciare fuori dal movimento. Lo stesso linguaggio che usa è pieno del rancore più velenoso. Si noti ad esempio questo passaggio:

“Tutti i crimini e gli errori della fazione di Haston, marcia fino al midollo, risalgono direttamente alla sua origine come cricca senza principi nel 1938. Quando mi recai in Inghilterra l’anno successivo, nell’imminenza del primo congresso mondiale, biasimai la fazione di Lee e Haston per la sua spregiudicatezza fin dalla sua nascita. Non ebbi mai alcuna fiducia in loro durante il loro sviluppo successivo, a prescindere dalle tesi che scrivevano o per cui votavano di volta in volta” (Cannon, Speeches to the Party, pagg. 296-297, 6 aprile 1953).

A proposito della scissione in Gran Bretagna, scrive:

“La scissione nel movimento inglese [del 1938] non si può spiegare su basi politiche. Ha provocato un danno incalcolabile al movimento lasciandolo in una posizione indebolita ancora oggi, dopo che l’unificazione finalmente è stata ottenuta grazie all’intervento e alle pressioni del movimento internazionale” (Cannon, Writings and speeches 1945-’47, pag. 61).

Questa è una menzogna spudorata. Cannon conosceva bene le differenze politiche che separavano la Wil dagli altri gruppi che egli spinse in una unificazione prematura e senza principi. I compagni della Wil – come abbiamo visto – lo avvertirono che una simile “unità” non sarebbe durata cinque minuti, e la loro previsione si rivelò corretta. Durante la seconda guerra mondiale, con una manovra altrettanto priva di principi, Cannon revocò arbitrariamente il riconoscimento della Rsl come sezione “ufficiale” della Quarta Internazionale e riconobbe invece la Wil, sulla base del fatto che quest’ultima era cresciuta maggiormente durante la guerra.

Nonostante tutto, il Swp perpetuò per anni la leggenda che “non vi fossero differenze politiche” tra la Rsl e la Wil. Nelle note agli Scritti di Trotskij (Writings, 1938-’39, pag. 405, nota 238) si legge: “Il gruppo di Lee nacque nel 1938 come risultato di liti personali e non aveva un programma politico distinguibile dagli altri. Millie Lee era originaria del Sudafrica e in precedenza era stata membro del Partito comunista.”

In questa nota è difficile decidere che cosa sia peggio: l’alterazione politica o la crassa ignoranza. L’autore di questa deprecabile nota non sa neppure che il principale dirigente della Wil non era Millie Lee bensì suo marito, Ralph Lee, benché Millie giocasse sicuramente un ruolo molto attivo nel gruppo.

In una nota agli Scritti e discorsi di Cannon si legge: “Cannon si recò in Inghilterra nel 1938, prima della conferenza di fondazione della Quarta Internazionale, come rappresentante del Segretariato Internazionale con lo scopo di promuovere una fusione dei quattro gruppi trotskisti che all’epoca esistevano in Gran Bretagna. Riuscì a unificare tre di questi (Il Revolutionary Socialist Party, il Marxist Group guidato da C.L.R. James e il Militant Group) che formarono la Revolutionary Socialist League. La Rsl era rappresentata alla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale e fu riconosciuta come sezione britannica. La Workers International League, guidata da Ralph Lee e Jock Haston, si rifiutò di unirsi al movimento e boicottò il congresso fondativo della Quarta Internazionale. Sotto la pressione del movimento mondiale, la Rsl e la Wil si fusero nel 1944 per formare il Revolutionary Communist Party” (enfasi di AW).

Anche questa è una menzogna. Come abbiamo visto, la Wil non boicottò affatto il congresso fondativo della Quarta Internazionale. Nonostante fosse formalmente al di fuori dell’Internazionale, si considerava comunque parte del movimento trotskista mondiale ed era pienamente d’accordo con il programma e i principi della Quarta Internazionale come esposti da Trotskij.

L’atteggiamento di Trotskij nei confronti della Wil

Nonostante la campagna sistematica di falsificazione condotta da Cannon, è chiaro che Trotskij aveva una posizione completamente diversa. Era disposto a pazientare e attendere per capire quale dei gruppi in Gran Bretagna avrebbe davvero rappresentato il futuro della Quarta Internazionale. Nel frattempo, riservava il proprio giudizio. Ma, nei suoi pochi riferimenti alla Wil, evitò attentamente qualsiasi critica.

Se Trotskij fosse stato convinto che la Wil fosse un gruppo di “nazionalisti settari”, l’avrebbe sicuramente attaccata senza mezzi termini. All’inizio del 1939, C.L.R. James fornì a Trotskij una relazione sui gruppi trotskisti britannici. Dopo aver descritto i problemi del gruppo ufficiale, proseguì commentando il lavoro di quello che chiamava “il gruppo di Lee” nel Labour Party (ossia la Wil):

“C’è anche un altro gruppo, il gruppo di Lee nel Labour Party – che non ha voluto avere parte nella fusione, sostenendo che fosse destinata a fallire. Il gruppo di Lee è molto attivo” (Trotskij, Writings, 1938-39’, pag. 250).

Trotskij ascoltò attentamente ma non fece commenti. Non condannò il gruppo di Lee, ma mantenne un atteggiamento di attesa. Dopo tutto, soltanto l’anno precedente aveva commentato in modo entusiasta i loro sforzi per la pubblicazione del suo opuscolo sulla Spagna e l’acquisto di una macchina tipografica. In una intervista con Sam Bornstein, Ted Grant pose in risalto che:

“L’aspetto importante da ricordare è che Trotskij non attaccò mai la Wil in tutti i suoi scritti. Attendeva di vedere che cosa sarebbe successo. Sapeva per esperienza come Cannon e gli altri dirigenti di quel tipo si comportavano, perciò non ci attaccò mai. (…) Scrisse invece per manifestare il suo apprezzamento: per aver acquisito una macchina tipografica e per l’introduzione che Lee e io scrivemmo al suo opuscolo Lezioni della Spagna.”

Ted riammentava la loro gioia quando avevano letto la lettera di Trotskij – proprio quella che ora abbiamo ritrovato – che si congratulava con loro per la pubblicazione del suo opuscolo, e in cui sottolineava l’importanza per un’organizzazione rivoluzionaria di dotarsi di una propria tipografia, indipendente da quelle capitaliste. Da questi commenti è chiaro che Trotskij seguiva con interesse il lavoro della Wil, e ne riceveva regolarmente il materiale.

Benché formalmente fuori dall’Internazionale, Ted e gli altri continuarono a considerarsene parte. “Ci consideravamo come figli illegittimi dell’Internazionale”, spiegò. Erano fiduciosi che prima o poi sarebbero stati riconosciuti come la legittima sezione britannica. La storia diede loro ragione. Come abbiamo visto, il gruppo “unificato” cominciò ad andare in pezzi un minuto dopo la conclusione della conferenza di unificazione.

Nel frattempo, la Wil continuò a crescere costantemente, conquistando a sé lavoratori, membri dell’Ilp, del Communist Party, del Labour Party e perfino della Rsl, di cui non rimase che un’insignificante retroguardia. Alla fine, come abbiamo visto, Cannon fu costretto a scaricare la moribonda Rsl e a riconoscere la Wil come sezione ufficiale della Quarta Internazionale in Gran Bretagna. Neppure dopo questo riconoscimento, tuttavia, cessò i suoi dannosi intrighi contro la direzione della sezione britannica, finché le sue manovre infine condussero a una nuova scissione e alla distruzione della sezione dopo la seconda guerra mondiale.

Occorre aggiungere che Cannon non fu l’unico responsabile della rovina della Quarta. Non era il peggiore dei cosiddetti dirigenti che salirono alla ribalta dopo la morte di Trotskij. Gli altri non erano certo migliori, e la maggior parte di loro era molto peggiore. Pablo, Mandel, Pierre Frank, Livio Maitan – avevano tutti i difetti di Cannon, e nessuna delle sue qualità. Nessuno di loro era all’altezza di quanto sarebbe stato storicamente necessario. Fra tutti quanti, ridussero l’Internazionale in polvere.

La falsificazione è un crimine

Le lettere possono andare perdute nella posta, distrutte, smarrite, o perfino dimenticate in uno scatolone in soffitta. Ma in questo caso, la scomparsa della lettera di Trotskij non fu un caso, ma un atto deliberato di falsificazione politica. Questa, ovviamente, è un’accusa molto grave. Lev Trotskij condusse una lotta implacabile contro la falsificazione storica, che è un metodo stalinista e zinovievista del tutto estraneo alle tradizioni del bolscevismo. In una parola, è un crimine.

Che prove abbiamo per questa affermazione? Quando si indaga su un crimine, è necessario stabilire un movente e un’opportunità. Il movente di Cannon in questa vicenda appare molto semplice. Era motivato soprattutto da un’ossessione per il proprio prestigio personale. Si considerava il principale dirigente del movimento trotskista mondiale, secondo soltanto allo stesso Trotskij. Era notoriamente arrogante e intollerante verso qualsiasi contrasto o critica. Sono difetti molto gravi per chiunque aspiri a essere un dirigente rivoluzionario.

Trotskij riconosceva le indubbie qualità di Cannon, soprattutto nel campo organizzativo; tuttavia non approvò mai i suoi metodi. All’epoca della scissione nel Swp, che avvenne sulla posizione nei confronti dell’Unione Sovietica, mentre Shachtman e altri cedettero alla pressione della piccola borghesia abbracciando la tesi errata del capitalismo di stato, Cannon si schierò, senza dubbio correttamente, a difesa della posizione di Trotskij. Ma Trotskij raccomandò a Cannon di non utilizzare misure amministrative contro la minoranza, o di cercare di spingere Shachtman fuori dall’organizzazione. Questo tuttavia fu esattamente ciò che egli fece.

Quanto all’opportunità, Cannon aveva ogni possibilità di far sparire una lettera o qualsiasi altro documento o articolo che considerasse sconveniente dal suo punto di vista. Il fatto che la lettera mancante non si trovasse negli archivi di Trotskij all’università di Harvard è un altro indizio di quanto Cannon e Hansen fossero disposti a spingersi per falsificare la documentazione storica. C’è ogni ragione di credere alle parole di Sam Bornstein e Al Richardson, secondo i quali devono esserci molti altri documenti di Trotskij che sono spariti esattamente per lo stesso motivo.

Il fatto che Bornstein e Richardson fossero certamente poco bendisposti nei confronti di Ted Grant e della Wil garantisce l’affidabilità della loro testimonianza circa l’intenzionalità della soppressione da parte di Cannon e dei suoi seguaci della lettera in cui Trotskij manifestava apprezzamento per il lavoro della Wil per ragioni oggettive. Nel loro libro War and the International. A History of the Trotskyist Movement in Britain 1937-1949, si legge:

“Le lacune negli scritti di L.D. Trotskij sono particolarmente lampanti, al punto che anche le raccolte più complete dei suoi testi sulla Gran Bretagna possono al più considerarsi nient’altro che raccolte degli scritti essenziali. In almeno un caso, abbiamo probabilmente motivo di ritenere che un documento sia stato soppresso per ragioni che risiedono negli interessi di una fazione” (War and the International, pag xi, enfasi di A.W.).

A quale lettera si riferiscono? Lo spiegano:

“Tra le lettere inviate da Trotskij a Sumner in questo periodo ce n’era una in cui si congratulava con la Wil per l’introduzione alla loro edizione del suo opuscolo Lezioni della Spagna: l’ultimo avvertimento. La lettera non è mai stata pubblicata nella prima edizione delle opere complete dell’ultimo esilio di Trotskij, per evidenti ragioni di fazione. Cfr. J. Haston, Lettera a Pablo (M. Raptis), 19 luglio 1947, in Internal Bulletin of the RCP, pag. 1” (Sam Bornstein e Al Richardson, War and the International. A History of the Trotskyist Movement in Britain, 1937-1949, pag. 46, nota 5, enfasi A.W.).

Il filo della storia è riannodato

Posso immaginare che molte persone al di fuori del nostro movimento non riescano a comprendere come il ritrovamento di una breve lettera di pochi paragrafi possa provocare una tale emozione. Ma la pubblicazione di ogni lettera di Trotskij è sempre motivo di celebrazione per quanti di noi continuano a essere saldamente fedeli alle idee per cui egli ha combattuto e alla causa per cui ha dedicato tutta la sua vita.

Ma per i membri della Tendenza Marxista Internazionale questa lettera rappresenta molto di più. È la prova vivente di quanto Ted Grant, il fondatore del nostro movimento, ha descritto come il filo ininterrotto che ci collega alle vere origini del movimento marxista rivoluzionario internazionale. Come ho detto durante il congresso mondiale della Tmi del 2018, è il nostro certificato di nascita. Ci collega direttamente a Lev Trotskij ed è una conferma straordinaria del fatto che le idee e i metodi che difendiamo godevano dell’approvazione di quel grande uomo.

Recentemente sono stato a New York per partecipare a una scuola, molto partecipata, delle sezioni della Tmi del nord-est degli USA. La notizia delle lettere era stata solo da poco comunicata ai compagni statunitensi, sui quali ha prodotto una profonda impressione. Un veterano della sezione mi ha detto: “Se fossi religioso, crederei che il fatto che questa lettera sia sopravvissuta sia un piccolo miracolo.”

Queste parole non contengono neppure un grammo di esagerazione. Questa lettera avrebbe potuto non vedere mai la luce del sole per decine di ragioni. Ha viaggiato da Coyoacan in Messico fino a Londra, da Londra a Istanbul, dalla Turchia fino a New York, dove è rimasta nascosta per molti anni, dimenticata in uno scatolone in un solaio, e infine, dopo un’odissea così incredibile, ha trovato la sua strada fino al corretto destinatario, con un ritardo di esattamente ottant’anni. Dev’essere un record nella storia mondiale dei servizi postali.

Ted Grant una volta mi disse che prima della seconda guerra mondiale c’era stato un compagno nelle nostre fila che era stato membro della Prima, della Seconda, della Terza e della Quarta Internazionale. Purtroppo non l’ho mai incontrato. Morì molto prima che io mi unissi a questa tendenza nel 1966. Ma è per noi motivo di grande orgoglio il fatto di poter tracciare la nostra genealogia politica, attraverso Trotskij e il Programma di transizione, l’Opposizione di sinistra internazionale, Lenin e il Partito bolscevico, indietro direttamente fino alle idee di Marx ed Engels, alla Prima Internazionale e al Manifesto del Partito comunista, che ancora oggi è il documento più importante della storia contemporanea.

Per quanti tra noi hanno avuto il privilegio e l’onore di lavorare e lottare per la costruzione di una Internazionale autenticamente trotskista, il ritrovamento della lettera scomparsa è stata un’esperienza straordinariamente emozionante e fonte di ispirazione. È stato come trovare l’ultimo tassello di un puzzle colossale, in cui tutto è finalmente al proprio posto. Ma questo momento di trionfo è stato allo stesso tempo anche un momento per una tragica presa di coscienza.

Ted Grant ha sempre avuto completamente ragione nell’insistere sulla necessità di comprendere chi siamo e quali siano le nostre origini. Parlava spesso della storia della tendenza (benché per ragioni di tempo non riuscì mai a scrivere dell’epoca successiva al 1949). E ogni volta che Ted parlava di questo argomento, non mancava mai di citare questa lettera. Se solo Ted fosse stato ancora vivo per vederla! Sarebbe stato sopraffatto dalla gioia. Ma purtroppo, la sorte non l’ha consentito.

La storia procede così lentamente, mentre l’orologio biologico che governa le vite degli esseri umani è implacabile. Nasciamo, viviamo, moriamo. Ma la causa della classe lavoratrice è immortale, ed è più grande di ogni singola vita. La lotta continua, e continuerà fino al momento della vittoria finale. È a questa causa che dedichiamo la nostra vita, nella piena e assoluta fiducia del suo trionfo.

Oggi, ottant’anni dopo la sua fondazione, la Quarta Internazionale non esiste più come organizzazione. La miriade di sette litigiose che rivendicano il suo nome non fanno altro che screditare il nome del trotskismo agli occhi dei lavorati e dei giovani più avanzati, che stanno cercando una via verso la rivoluzione socialista. Trotskij ci ha consegnato una bandiera pulita. Gli zinovievisti piccolo-borghesi l’hanno insudiciata e screditata. Noi non vogliamo avere nulla a che fare con loro.

Ma l’Internazionale esiste ancora oggi. La sua fiamma è più luminosa che mai, ed è ancora più necessaria oggi di quanto lo sia mai stata. Esiste nelle idee, nel programma e nei principi chiariti da Lev Trotskij, che nella loro essenza sono le stesse idee che furono proclamate da Marx ed Engels nel Manifesto del Partito comunista, le stesse idee di Lenin e del Partito bolscevico, le stesse idee che condussero alla vittoria i lavoratori russi nel 1917, le stesse idee che furono racchiuse nei documenti dei primi quattro congressi dell’Internazionale comunista.

Oggi queste idee sono difese dalla Tendenza Marxista Internazionale, che è orgogliosa di rivendicare la sua discendenza direttamente dalle origini del trotskismo. Questo ci conferisce il diritto di dichiarare a tutto il mondo: questa è la nostra bandiera, la nostra eredità e la nostra tradizione. E questo è ciò che ci riempie della fiducia di cui abbiamo bisogno per portare avanti la lotta fino alla fine.

Londra, 17 dicembre 2018