Migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto oggi (ieri ndt) il Congresso, la presidenza e l’Alta Corte Federale a Brasilia, la capitale del Paese, chiedendo l’intervento militare.
[Source]
Ai sostenitori di Bolsonaro, che non riconoscono l’elezione di Lula (entrato in carica lunedì) e che si sono accampati all’ingresso delle caserme militari, si sono aggiunte altre 4.000 persone arrivate in autobus da diverse parti del Paese per partecipare all’assalto.
La teppa reazionaria è stata scortata dalla Polizia Militare del Distretto Federale fino alle sedi dei “Tre poteri” (il Congresso, la Presidenza della Repubblica e la Corte suprema, ndt) e non ha opposto alcuna resistenza all’ingresso dei bolsonaristi negli edifici. Ci sono immagini di poliziotti che parlano tranquillamente con i bolsonaristi e di altri che fotografano le loro gesta senza intervenire.
La Polizia Militare del Distretto Federale(DF) è sotto il comando del capo della Pubblica Sicurezza del DF, Anderson Torres, ministro della Giustizia uscente di Bolsonaro, recentemente nominato al suo posto dal governatore del DF, anch’egli sostenitore di Bolsonaro, Ibaneis Rocha (MDB). Rocha ha autorizzato il viaggio di Torres negli Stati Uniti, dove si trova Jair Bolsonaro.
Chiaramente, l’assalto reazionario alle istituzioni di governo non ha avuto il sostegno di nessuna parte seria della classe dominante brasiliana. La stampa borghese, compresa quella di destra, ha etichettato i reazionari come “terroristi”.
La stessa direzione del Partito Liberale di Bolsonaro si è dissociata pubblicamente in maniera cinica dalla teppa reazionaria. Il governatore bolsonarista del DF ha licenziato il suo ministro della Pubblica sicurezza Torres e ha espresso pubblicamente le sue scuse al presidente Lula, nel tentativo di eludere le proprie responsabilità.
Significativamente, Washington ha rapidamente rilasciato una dichiarazione “in difesa della democrazia in Brasile”, condannando gli avvenimenti. Sappiamo che l’imperialismo statunitense non è affatto interessato alla democrazia, ma piuttosto a una governabilità borghese che gli permetta di garantire i propri interessi di classe. Non possiamo dimenticare che solo un mese fa Washington ha giocato un ruolo di primo piano nel colpo di Stato che ha defenestrato il presidente Castillo dalla presidenza del Perù.
Infine, nel pomeriggio, il presidente Lula ha decretato l’intervento a livello federale della Pubblica Sicurezza del DF e ha ordinato alle forze di polizia di riprendere il controllo degli edifici dei tre poteri. Centinaia di reazionari sono stati arrestati.
Le organizzazioni di massa hanno indetto manifestazioni di ripudio dell’assalto per lunedì pomeriggio. Glauber Braga, deputato federale del PSOL e rappresentante della sinistra del partito, ha invitato il movimento operaio a mobilitarsi e convergere verso Brasilia per fare fronte contro il tentativo reazionario.
Le folle reazionarie bolsonariste rappresentano una piccola minoranza, che la mobilitazione determinata della classe operaia può spazzare via dalle strade. Tuttavia, è fondamentale che questa mobilitazione avvenga sulla base dell’indipendenza di classe e come parte della lotta più ampia per gli interessi della maggioranza dei lavoratori.